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mercoledì 22 febbraio 2012

Citibank vs austerity

Nelle ultime settimane anche in ambienti economici ortodossi iniziano a far breccia alcune argomentazioni care all'eterodossia economica, soprattutto su temi come l'austerità ed il sistema monetario. Così cercherò per quanto possibile, e come sempre in maniera molto succinta, di darne conto attraverso alcuni post quando ne capiterà l'occasione.



Iniziamo quindi con un report della Citibank, non certo ottimistico, riguardante le prospettive economiche nel futuro dell'Irlanda dal titolo "Ireland-More Tough Times Ahead". Il giudizio, nonostante un 2011 tutto sommato positivo sotto l'aspetto del prodotto interno lordo (cresciuto dello 0,8%), prevede un peggioramento del quadro economico. Dalla tabella che riporto qui sotto si può notare infatti che le previsioni sono negative soprattutto per quanto riguarda il rapporto debito/pil che nonostante le politiche di austerità dovrebbe secondo Citibank continuare ad aumentare fino a raggiungere il 135% nel 2015.


Il report identifica sostanzialmente nelle politiche restrittive fiscali la causa principale di queste previsioni negative. Sempre nella tabella si può infatti notare come la spesa pubblica sia prevista in diminuzione costante nei prossimi anni, come da accordi del governo irlandese con la Troika. Altro elemento negativo potrebbe poi arrivare anche dalla spesa dei privati. Negli ultimi 10 anni in Irlanda il rapporto tra debito privato e pil è infatti enormemente, come si può notare dal grafico successivo, ed è quindi molto difficile pensare ad un ulteriore aumento, di fatto già nel 2010 si è verificata un'inversione di tendenza.


A risentirne sarebbero quindi inevitabilmente le entrate fiscali, il che sempre secondo Citibank renderebbe inutili se non addirittura controproducenti i tagli fiscali già adottati o messi in conto dal governo per quanto riguarda il loro effetto sul rapporto debito/pil. Certo invece sarebbe l'effetto sul tasso di disoccupazione, visto in aumento fino al 18,5% del 2015.

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