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lunedì 23 gennaio 2012

La Federal Reserve nel 2012

In attesa dell'incontro di questa settimana del Federal Open Market Committee (FOMC) un report Credit Suisse analizza i cambiamenti all'interno della sua composizione. Il Comitato è composto da sette governatori (due dei quali al momento sono vacanti) e dai dodici presidenti delle "District Banks" ovvero le filiali distrettuali della Fed. All'interno del Comitato però i partecipanti con diritto di voto cambiano ogni anno, per questo motivo risulta importante essere a conoscenza dei cambiamenti.
Ad avere diritto di voto sempre sono i sette governatori ed il presidente della New York Fed, mentre degli altri undici presidenti ogni anno hanno diritto di voto solamente quattro. Nella tabella qui sotto si possono vedere gli avvicendamenti dal 2010 al 2013.




E' importante notare come il cambiamento quest'anno è abbastanza rilevanti in quanto a perdere il diritto di voto sono tutti e tre i presidenti che nell'anno 2011 hanno spesso votato contro le decisioni del Comitato prendendo posizioni fortemente anti-inflazionistiche (Kocherlakota, Plosser, Fisher). Tra i nuovi aventi diritto di voto l'unico ad avere una posizione simile, seppur più mitigata, è Lacker.
Il report poi traccia un profilo per ognuno dei quattro nuovi votanti, citando alcune loro dichiarazioni che possono rendere un'idea (seppur approssimativa) del loro orientamento:
Jeffrey Lacker: "Una crescita lenta spesso richiama un ulteriore stimolo monetario. Ma si da troppo credito alla politica monetaria, pensando che possa influenzare l'attività economica reale. La politica monetaria riguarda l'inflazione, che significa il valore della moneta, mentre la crescita dipende quasi interamente dall'evoluzione della tecnologia, dalle conoscenze, dalle risorse e dalle opportunità di commercio. L'esperienza macroeconomica del 2011 ne è una chiara illustrazione; nonostante tentativi di assicurare maggiori stimoli monetari, la crescità è stata scarsa e l'inflazione è cresciuta".
Sandra Pianalto: "Sono al corrente che molti osservatori pensano che i problemi economici attuali siano fondamentalmente non-monetari, e quindi, che le soluzione debbano essere non-monetarie. Ma penso che dovremmo chiederci "Cosa può fare la politica monetaria, ed i benefici superano i costi?". Anche se è vero che il tasso di interesse è prossimo allo zero da un po' di tempo, alcuni modelli economici indicano che la politica monetaria dovrebbe essere ancor più accomodante di quanto lo è oggi. E questo è vero anche dopo aver tenuto conto dei programmi che il FOMC ha già instaurato".
John Williams: "La mia previsione è che l'inflazione sarà inferiore alle attese per un periodo di tempo non breve. La disoccupazione sarà elevata e superiore al tasso naturale di disoccupazione, che è vicino al 6,5% contro l'8,5% di disoccupazione che abbiamo al momento. Questa è una ragione per cui dovremmo prevedere un ulteriore stimolo".
Dennis Lockhart: "Parlando a titolo personale, una crescita stabile anche se ridotta accompagnata da un inflazione intorno al 2% mi renderebbe contrario ad un cambiamento di politica monetaria, in qualsiasi direzione. Allo stesso tempo, penso che i pochi progressi riguardanti l'occupazione ci pongano il problema se e come qualcos'altro possa essere fatto. Ma per me come componente del Comitato, in quanto entro a farne parte quest'anno, non è questo il momento di irrigidirmi su una posizione".
Il report affronta poi il tema dei cambiamenti che potranno intervenire nelle comunicazioni FOMC nel corso dell'anno, i quali sono essenzialmente tre: (a) una previsione dei partecipanti sul livello del tasso di interesse nei prossimi anni ed anche nel lungo periodo; (b) una previsione dei partecipanti sulla data del primo incremento del tasso di interesse; (c) una descrizione delle motivazioni sottostanti a queste previsioni ed una previsione riguardante l'ampiezza del bilancio della Fed.

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